Sogno
di una notte di mezza estate: la lucciola
Passeggiando, le sere
tiepide di maggio, ci si può imbattere in tanti puntini luminosi che sfiorano
l’erba, lampeggiando pigri e ondeggiando leggeri nel buio.
Sogno o son desto? Come
è possibile che la luce danzi da sola, senza un filo che la alimenta, senza una
presa di corrente in mezzo al un campo di grano e papaveri?
Questo piccolo sogno ad
occhi aperti è opera di un insetto, la lucciola.
La lucciola è
un genere di piccoli coleotteri, di cui due specie sono presenti in Italia; il
maschio e la femmina sono notevolmente differenti fra loro, il primo è alato, con il corpo e le appendici giallastre, la femmina ha
invece aspetto larviforme ed è priva di ali.
La finalità di questo fenomeno luminoso è l’accoppiamento ed i maschi
volano alla ricerca di una compagna emettendo lampi di luce, le femmine, invece,
strisciano al suolo facendosi notare per la loro luminosità, sostano in una
zona in cui possono essere viste e raggiunte da un maschio, il quale può
percepire il loro bagliore fino a 15 metri di distanza. Per dare un'idea
dell'intensità luminosa, si pensi che occorrono circa 6.000 insetti per avere
una luce uguale a quella di una candela.
Le lucciole riescono a diffondere luce tramite la produzione di sostanze
chimiche, la luciferina e la luciferasi, a volte è fissa e a volte viene emessa
ad intermittenza, ed il colore è tra il verde-blu e l’arancione-rosso e quasi
tutta l’energia viene trasformata in luce e solo il 2% viene disperso in
calore.
Poteva l’uomo stare a guardare questo piccolo sogno ad occhi aperti senza
voler trovare un proprio tornaconto ?
Innanzitutto ha cercato di capire come era possibile questo fenomeno,
riuscito a capirne il meccanismo ha cercato poi di riprodurlo in laboratorio e,
infine, a modificarlo a suo vantaggio.
E quindi? Ecco cosa ne è venuto fuori: oramai è noto che l’energia, se
convertita in luce ha una notevole perdita di energia sotto forma di calore.
Pensiamo alle vecchie lampadine: “accendiamo” la luce, cioè permettiamo che
ci sia passaggio di energia e la lampadina emette si luce, ma si scalda anche
parecchio, cioè nella trasformazione della corrente elettrica in luce luminosa
molta viene sprecata sotto forma di calore. L’efficienza di una normale
lampadina è del 10%, del 20% in quelle fluorescenti e del 30% con i Led, una
lucciola ha invece una efficienza di quasi il 90%, ovvero quasi tutta l’energia
viene trasformata in luce.
L’uomo si è accorto che la lucciola non si “scalda” affatto quando emette
la luce, non sprecando energia in calore. Così i ricercatori, concentratisi su
questo fenomeno, sono riusciti a variare l’emissione del calore variando la
composizione chimica dell’enzima della bioluminescenza luciferase, ovvero sono
riusciti ad ottenere una luce fredda quasi senza perdite di calore, con
notevole risparmio di energia elettrica impiegata.
Vedremo se questa scoperta si concretizzerà in un nuovo tipo di lampadina,
ma certo è che la magia a cui danno vita le lucciole con la loro luce, sarà
davvero difficile da ricreare.