L’arcobaleno non occupa uno spazio
definito; infatti, se osserviamo il cielo e lo vediamo apparire in un punto
preciso del cielo, un secondo osservatore lontano da noi lo vedrà
apparire nel cielo in un punto diverso. Questo è dovuto al fatto che è un
fenomeno ottico e dipende quindi dalla posizione di chi osserva e dalla
collocazione del Sole, che è sempre opposta all’apparizione dell’arcobaleno.
A volte possiamo osservare addirittura due
arcobaleni, il primo più grande e scuro, un secondario all’esterno
del primo: è dovuto ad una doppia riflessione della luce del Sole dentro le
gocce di pioggia e, a causa di questa doppia riflessione, i colori
dell’arcobaleno secondario sono invertiti rispetto al principale.
Tanto più grandi sono le gocce di acqua in sospensione,
tanto più vivido e colorato sarà l’arcobaleno prodotto.
Durante il giorno è la luce solare che causa questa
meraviglia, ma anche la luce della Luna può produrre arcobaleni e di notte
possiamo assistere allo stesso fenomeno. Ovviamente, la Luna ha una “potenza” di
luce notevolmente minore del Sole (anche perché non è in grado di emettere luce,
ma riflette a sua volta quella della nostra stella) ed il relativo arcobaleno
risulta scarsamente visibile.
Come spesso accade, l’uomo cerca di interpretare i
fenomeni di Madre Natura in modo suggestivo e affascinante: fin dall’antichità
l’arcobaleno è sempre stato considerato un fenomeno atmosferico legato alle
divinità. Per la filosofia buddista, l’arcobaleno è la scala con la quale Buddha
ridiscende dal cielo; nella mitologia greca l’arcobaleno è rappresentato da
Iride vestita di iridescenti gocce di rugiada. In Cina l’insieme dei suoi colori
rappresenta l’unione dello yin e dello yang, l’armonia dell’universo e della sua
fecondità, mentre per i cristiani simboleggia l’alleanza tra Dio e
gli uomini dopo il diluvio universale.
Un’antica leggenda irlandese vuole che alla base
dell’arcobaleno ci sia il nascondiglio segreto di un folletto
Irlandese col suo pentolone pieno d'oro. Sappiamo tutti che, per quanti sforzi
facciamo, l’arcobaleno rimane sempre alla medesima distanza da noi e le monete
d’oro, irraggiungibili, forse non sono altro che la metafora del tesoro che la
Natura ci mette sotto gli occhi tutti i frenetici giorni in cui ci aggiriamo su
questa Terra.
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